[vc_row full_width=”stretch_row” full_height=”yes” fixed_background=”center” css=”.vc_custom_1480058360448{margin-top: -30px !important;background-image: url(http://joinvalverde.com/wp-content/uploads/2016/10/UN-SASSO-ROTOLA-3.jpg?id=1163) !important;}”][vc_column][vc_custom_heading text=”Chi ha scelto Valverde si racconta” font_container=”tag:h2|text_align:center|color:%23000000″ use_theme_fonts=”yes” css=”.vc_custom_1480692972654{margin-top: 10px !important;padding-top: 30px !important;padding-right: 30px !important;padding-bottom: 30px !important;padding-left: 30px !important;background-color: rgba(255,255,255,0.6) !important;*background-color: rgb(255,255,255) !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”5/12″][vc_single_image image=”299″ img_size=”large” alignment=”center” style=”vc_box_rounded”][vc_custom_heading text=”Lo chef antropologo che fa Tai Chi” font_container=”tag:h3|text_align:center” use_theme_fonts=”yes”][vc_column_text]Modi gentili, la passione che brilla nello sguardo. Chiacchierare con Sauro Ricci, fra i tavoli del Joia, dove lavora al fianco di  Pietro Leemann è un piacere.Dopo gli studi alla scuola alberghiera, il richiamo irresistibile dell’antropologia. Sauro si è laureato a Siena in questa disciplina e una tesi sulla cucina macrobiotica. E dopo aver lavorato a Lisbona, dove si è diplomato a pieni voti alla Scuola di macrobiotica, è entrato a far parte della brigata di Leeman.

Antropologia e cibo: qual è il punto di contatto?

Il cibo è un condensatore di significati e di identità. La tavola è un luogo di scambio e di relazioni. Con il cibo parliamo anche di altro ed è questo che mi affascina da sempre.[/vc_column_text][vc_btn title=”Continua la lettura” style=”outline” shape=”square” color=”black” link=”url:http%3A%2F%2Fjoinvalverde.com%2Fsauro-ricci%2F|||”][/vc_column][vc_column width=”2/12″][/vc_column][vc_column width=”5/12″][vc_single_image image=”1175″ img_size=”large” alignment=”center” style=”vc_box_rounded”][vc_custom_heading text=”Cucina della memoria e sensibilità contemporanea” font_container=”tag:h3|text_align:center” use_theme_fonts=”yes”][vc_column_text]I prodotti del territorio, i piatti della tradizione, la leggerezza di una cucina attenta agli stili di vita contemporanei. Anche a Capodanno, sono gli ingredienti del menù ideato dalla famiglia Santini del ristorante stellato Dal Pescatore. Ecco le ricette suggerite da Nadia, Antonio, Giovanni, Alberto, Valentina e nonna Bruna Santini. I sapori della memoria, riletti con sensibilità contemporanea per una cena indimenticabile.

Terrina di astice e caviale

Un piatto molto delicato, che richiede anche a chi lo prepara un approccio gentile e attento. Si utilizzano sette o otto astici, da cuocere in acqua bollente per due soli minuti. Poi…[/vc_column_text][vc_btn title=”Continua la lettura” style=”outline” shape=”square” color=”black” link=”url:http%3A%2F%2Fjoinvalverde.com%2Ffamiglia-santini%2F|||”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_empty_space height=”50px”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”5/12″][vc_single_image image=”285″ img_size=”large” alignment=”center” css=”.vc_custom_1478862703749{border-radius: 1px !important;}”][vc_custom_heading text=”Una cucina che sa di realtà e poesia” font_container=”tag:h3|text_align:center” use_theme_fonts=”yes”][vc_column_text]Il connubio fra senso delle radici e creatività si respira appena entrati nel ristorante.

A Ponte San Pietro, vicino a Bergamo, un palazzo storico e interni in stile leggero e luminoso. Pezzi di arte astratta alle pareti e un delizioso dehors ricavato nella corte cinquecentesca. Qui gli ingredienti sono rigorosamente del territorio, le ricette si ispirano liberamente alla cucina povera della tradizione reinterpretandola, e i piatti sono belli come quadri.

Giuseppe Cereda, chef e titolare di Cucina Cereda, racconta la sua cucina e un po’ di se stesso.[/vc_column_text][vc_btn title=”Continua la lettura” style=”outline” shape=”square” color=”black” link=”url:http%3A%2F%2Fjoinvalverde.com%2Fgiuseppe-cereda%2F|||”][/vc_column][vc_column width=”2/12″][/vc_column][vc_column width=”5/12″][vc_single_image image=”254″ img_size=”large” alignment=”center” style=”vc_box_rounded”][vc_custom_heading text=”L’alchimia della semplicità” font_container=”tag:h3|text_align:center” use_theme_fonts=”yes”][vc_column_text]Un ristorante, A di Alice, accogliente come una casa. Una cucina che racconta lentamente e con raffinatezza l’amore per la simmetria e la semplicità. Intervista a Luca Mauri, cuoco nell’anima. Chef che ha curato le delizie del water bar Valverde alla Vendemmia 2016 a Milano, in un evento esclusivo il prossimo 6 ottobre.

Cosa voleva fare da grande?

L’avvocato o il cuoco. In realtà mi sono appassionato da subito alla cucina. I miei genitori lavoravano entrambi e tornavano tardi. A me piaceva trafficare e preparare per tutti.[/vc_column_text][vc_btn title=”Continua la lettura” style=”outline” shape=”square” color=”black” link=”url:http%3A%2F%2Fjoinvalverde.com%2Fluca-mauri%2F|||”][/vc_column][/vc_row]